Questa che vi presentiamo oggi è la testimonianza di una giovane volontaria, partita per un progetto di volontariato inserito nel programma Corpo Europeo di Solidarietà di breve termine in Turchia, dove ha vissuto un’esperienza intensa e arricchente all’interno di un’organizzazione locale impegnata nel sociale. Tra attività con bambini, supporto a famiglie vulnerabili e momenti di forte condivisione culturale, ha scoperto cosa significa sentirsi davvero accolti, anche lontano da casa.
Ecco cosa ci racconta Giada:
“E andata davvero davvero bene! Durante la chiamata iniziale mi avevano descritto questo posto come una grande famiglia in cui tutti si trattano come se fossero fratelli/sorelle, e devo dire che rispecchia proprio la realtà! Ci sono stati dei problemi a volte, irrisori, riguardo più a logistica/pranzi ecc ma tutti i nostri appunti (dei volontari) sono sempre stati ascoltati e accolti.
La cosa che mi è rimasta e che ricorderò sicuramente è l’accoglienza infinita che ho ricevuto. Avendo trascorso in Turchia la fine del periodo del Ramadan, molte famiglie celebravano le varie festività con i loro cari. Sapendo che noi volontari eravamo lontani da casa, che fossimo mussulmani o meno, hanno sempre tenuto ad invitarci nelle loro case, preparando intere cene per noi e coinvolgendoci in quelli che per loro erano eventi davvero importanti e da passare in famiglia. Volevano che ci sentissimo a casa! Non so nemmeno in quante case ho messo piede, di persone che lavorano presso l’organizzazione, di altri volontari, di persone che erano supportate dall’organizzazione, ecc.
Cosa ho fatto in questi mesi :
1) ho fatto ricerca per trovare modi in cui la gioventù possa essere più attiva a livello sociale;
2) ho partecipato all’organizzazione di vari Iftar, ai quali ogni volta erano invitate differenti organizzazioni (per i rifugiati, per bambini che avevano perso i loro genitori, per insegnati, ecc), per lo più occupandomi di attività ricreative per i bambini (palloncini, distribuzione di dolci, atelier in cui facevamo disegni sul volto);
3) mi sono recata presso gli ultimi campi per gli sfollati a causa del terremoto del 2023, dove l’organizzazione ha contribuito per lo più con la donazione di alcuni container in cui le donne si ritrovano e fanno prodotti a mano, come borse, ricamo, decorazioni, ecc e iniziano anche a vederle. Con l organizzazione andavamo a vedere di cosa avevano bisogno e portavamo i materiali da loro richieste in modo che potessero continuare le loro attività;
4) sono andata al mercato sociale dell’organizzazione per aiutare nella distribuzione di capi a famiglie con scarsa possibilità economica. Queste famiglie possono registrarsi e ottenere una carta grazie alla quale hanno poi il diritto di comprare un ammontare stabilito di vestiti per ogni membro della famiglia. Ho dunque aiutato nella gestione del mercato ma anche giocando con i bambini mentre le famiglie sceglievano i vestiti.
Inoltre, l’organizzazione si è anche presa cura di organizzare delle visite ai musei e nella citta per noi volontari, e ci ha offerto la possibilità di seguire delle lezioni di turco”







